Credo che in questa unica vita ci sia tanto da scoprire. Dentro e fuori di me. Credo che in questa unica vita i sogni vadano coltivati, giorno dopo giorno. Fino ad accorciare le distanze con la realtà facendoli diventare progetti.
La scoperta è iniziata nella sua forma più convenzionale; quella che nella nostra cultura è forse il più comune canale di scoperta: il viaggio.
Ho iniziato viaggiando su un atlante che mi regalarono i miei genitori. Poi ho iniziato a farlo insieme a loro, iniziando a scoprire qualche pezzetto d’Italia. Scorci di sud; così il sud è iniziato a diventare un posto in cui tornare. E ritornare.
Ho continuato da adolescente, iniziando a perdermi un po’ nella mia terra. Quando avevo pochi soldi e tutta la vita davanti a me per poter scoprire.
Piano piano, dal viaggio, la scoperta ha poi preso altre forme; accompagnando alla scoperta di ciò che c’era fuori, quello che c’era dentro. E’ in quel momento che il viaggio ha assunto i suoi connotati più ricchi; ed è uscito fuori dal suo senso più stretto. Da quel canale che mi ha piano piano aperto al mondo che c’era fuori. Aprendo spiragli a quell’universo che c’è dentro.
Percependo la scoperta come opportunità e allargando i miei viaggi al mondo, ho maturato la consapevolezza che i convenzionali canali di viaggio non riuscivano a farmi percepire i luoghi e il circostante alla stessa maniera di un viaggio vissuto come, oggi dico, piace a me.
Ho scoperto la ricchezza del perdersi.
Della creazione del viaggio nel viaggio. Del non programma. Sono così entrato in contatto con la ricchezza di un viaggio in solitaria; partire scegliendo il viaggio che al momento della scelta sentivo più adatto a quell’attimo. O la ricchezza di un viaggio con un gruppo di sconosciuti; l’incontro e la scoperta di persone con le quali ho condiviso momenti unici. E che oggi incontro spesso anche nel mio viaggio quotidiano.
Credo che la magia stia nel sapersi perdere senza necessità di ritrovarsi dall’altra parte del mondo. E’ così che si è arricchito il desiderio di scoperta. In questo continuo oscillare tra la tanto e vantata uscita dalla zona di comfort e quel fantastico viaggio che è il voler tornare, di tanto in tanto, in quella zona di comfort. Ascoltando e assaporando la magia del cambiamento.
In questa lenta scoperta ho poi cominciato ad avvertire la voglia e il desiderio di scrivere.
Ho iniziato facendolo un po’ per caso; con la voglia di raccontare a me stesso le sensazioni che i luoghi mi suscitavano. E anche questo nuovo viaggio, iniziato nel raccontare a me stesso i miei luoghi, mi ha portato da me. E nella scrittura ho ritrovato un inaspettato canale di contatto con la mia essenza. Scrittura come armonia con il circostante. Armonia con il circostante, come armonia con me stesso.
E poi, in questa lenta scoperta, in questo vagare con gli occhi sempre rivolti verso il mare, un giorno su una spiaggia delle Antille Francesi ho incontrato Natal. In realtà Natal non mi ha mai conosciuto. Non sa di aver portato nella mia vita il surf. Sì, chi mi legge sa come ho conosciuto il surf; l’ho raccontato più di una volta.
Il mio viaggio si è così arricchito; e il surf è entrato a pieno nella mia vita. Al rientro da quella vacanza non avrei mai immaginato che in Italia si potesse surfare. E soprattutto non credevo si potesse fare anche a casa mia. Ho così deciso di voler insegnare e trasferire questa passione; insegnare e trasferire il surf nel suo contatto col mare. Nel suo unire chi vive come me questo sport.
Ha così preso forma un altro piccolo grande sogno, quello di diventare istruttore.
La voglia di scoperta. La voglia di raccontare. La ricerca delle onde. La consapevolezza e la scelta vivere queste mie passioni. In questo continuo fluire.
E’ così che ha preso forma il mio sogno di creare un angolo tutto mio. Un angolo nel quale raccontare i miei luoghi, più o meno lontani. Filtrati dalle mie sensazioni. Un angolo che testimonia come la ricchezza può nascere dalla semplice serenità e ricerca del benessere.
Intanto altri piccoli progetti prendono forma. La voglia di continuare a portare entusiasmo in un lavoro che mi porta spesso a rimettermi sempre in gioco, a coprire nuove sfide. La voglia di continuare a raccontare la mia terra; ospitare e guidare chi ha voglia di scoprirla. Trasferire a chi vorrà, la mia idea del surf; come forma di contatto col circostante.
Continuare l’itinerario a tappe iniziato circa due anni fa; quando ho scoperto un paradiso chiamato Sardegna. E altri due piccoli sogni che, oggi sò, se coltivati giorno dopo giorno, potranno prendere forma.