Campania Storie in viaggio

Scoprire il mondo mi ha insegnato a dare più valore al presente

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Luglio 29, 2019

Riuscire a gioire per un tramonto in acqua mentre ti diverti con le onde. Sorprendersi mentre ascolti la voce di Janekova che accompagna le note di C’era una volta il West. Oppure godersi una sera fuori il giardino di casa con un amico.

Ci pensavo stamattina, mentre ero in acqua a surfare.

L’ultimo mese e mezzo è stato di tanto lavoro; un periodo trascorso interamente a casa. Settimane che avevo pianificato e che si sarebbero incastrate tra due partenze. Settimane iniziate dopo un viaggio in Portogallo durante il quale ho cercato la giusta energia e la giusta organizzazione mentale per portare avanti un periodo di forte stress ma che avrebbe finalizzato il lavoro di diversi mesi.

E’ incredibile il potere della mente. A volte non ci rendiamo conto di quanto riesce a fare se ben “ossigenata”. E’ incredibile come riesca ad attivarsi e a mutuarsi rispetto ai periodi di maggiore carico di stress e impegni, quando è spinta dalla giusta motivazione. Le dinamiche le leggevo in uno dei libri letti ultimamente, “Intelligenza Emotiva”. Goleman la definisce “neuroplasticità”. Quel fenomeno che consente di centrarsi su pochi obiettivi e di indirizzare, grazie alla chimica che ne scaturisce e alla motivazione che siamo in grado di trasferire, la giusta energia mentale verso quei risultati.

E ancora una volta, anche in questo, è stato incredibile il potere del contesto umano e ambientale in cui vivo. Quel contesto che assume sempre più valore e che riesco a percepire con sempre maggiore intensità ogni volta che parto; e ogni volta che torno. Quel contesto che riesco a percepire sempre meno scontato e sempre più raro, e che nel mio “Capitale Umano” conquista sempre più spazio. Quel contesto che non avrei mai valorizzato così tanto, se non avessi imparato a percepirne l’assenza. Quell’assenza che il viaggio mi ha insegnato.

In questo mese di casa sono tornato a vivere con costanza il reale valore di abitudini ricche. Praticamente nell’ultimo anno non mi era mai capitato un periodo così lungo di “casa”. La mia mente è tornata in quella routine. Una routine che unisce sempre impegni e passioni. Una routine che non mi ha mai fatto staccare per più di due giorni da mare, allenamenti in spiaggia, famiglia, surf, amicizia. Tutti quei tasselli che a inizio e fine giornata provavo sempre a ritrovare; per riportare la giusta energia. Quell’energia che riesco poi a trasferire nel mio lavoro; quell’energia che riesce a darmi idee e creatività. Quell’energia che ogni giorno cerco di trasferire a chi mi accompagna in questa continua avventura. Quell’energia che è l’unico canale da percorrere per darsi l’opportunità di non vivere il quotidiano come un continuo sacrificio; quel continuo impegnarsi senza tregua che nel breve riuscirebbe anche a portare risultati, ma che alla lunga allontana in maniera sempre più cronica dalla serenità e che porta ad estendere ansie e preoccupazioni indotte anche a chi ci circonda, sottraendo “ossigeno” e disabituando la nostra mente al benessere. Che nella sua capacità di mutuarsi, in queste condizioni si normalizzerebbe allo stress cronico.

Stamattina ci pensavo in acqua.

Probabilmente senza la scoperta del mondo, senza la consapevolezza di quanta difficoltà reale c’è in tantissimi luoghi del mondo e di quanto il minimalismo sia un invito che di tanto in tanto dovremmo sempre raccontarci per renderci conto di quanti problemi siano in realtà inutili preoccupazioni, non avrei mai imparato a percepire tutta la ricchezza che la semplicità del mio quotidiano riesce a regalarmi. Non avrei mai imparato a percepire e ad assorbire positività da così poco. Da così tanto.

E’ vero, per poter scoprire il mondo serve la possibilità di viaggiare; ma questa possibilità nessuno la regala. E’ la conseguenza della vita che scegliamo di viverci, giorno dopo giorno, e della nostra reale voglia di scoprire e scoprirci. Ma è altrettanto vero che, al di là delle mode e delle tendenze, a mio avviso la vita vera sta nei luoghi e nelle persone di tutti i giorni; la vita vera sta nelle nostre abitudini. Nelle nostre radici. Nella condivisione con le persone alle quali ci sentiamo legati, sta nei posti di casa. La vita reale è quella che raccontiamo a noi stessi, tutti i giorni. Quella semplicità che ci consente poi di vivere a pieno anche il viaggio. E di tornare arricchiti nel nostro quotidiano. Oggi va molto di moda il concetto di “nomade”, e in parte questa cosa è realmente un’opportunità: oggi ho spesso la fortuna di poter lavorare in qualsiasi parte del mondo mi trovi, ed è una sensazione splendida; ma come in ogni cosa, l’eccesso crea distacco dalla serenità che quella cosa può trasferirci. I nomadi si trasferivano in blocco, portando con sé i loro affetti, le loro radici, la loro storia. I nomadi portavano con sé quel contesto umano a cui ognuno di noi è portato naturalmente a tendere. E a ricreare quando lo perde.

Riuscire a gioire per un tramonto in acqua mentre ti diverti con le onde. Sorprendersi mentre ascolti la voce di Janekova che accompagna le note di C’era una volta il West. Oppure godersi una sera fuori il giardino di casa con un amico.

Non credo nel “il meglio deve ancora venire“. Credo piuttosto che la soddisfazione più bella sia la consapevolezza di aver fatto il possibile per dire ogni giorno a noi stessi che…. “il meglio, anche oggi me lo sono guadagnato“. Magari abbracciando a fine giornata le persone che sono parte reale della nostra vita.

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2 Comments
  1. Rispondi

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LUCA DIODATO

Da sempre sono stato affascinato dal viaggio e dalla scoperta. Ho iniziato scoprendo e raccontando i posti della mia terra. Ho poi avuto la fortuna di iniziare a scoprire pezzi di mondo, entrando in contatto con quella che oggi ritengo la mia più grande scoperta: il "diverso". Il viaggio, la voglia di scoprire e il continuo contatto con il mare, mi hanno portato a conoscere e coltivare la mia passione per il surf. Oggi continuo a raccontare le mie avventure. A cercare onde. A scoprirmi.