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Se adesso mi trovassi sulla mia tavola da surf, penserei che…

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Marzo 19, 2020

Credo ci sia una forte differenza tra la mancanza e la noia, sebbene a volte facciamo fatica a distinguerla. La noia penso sia fortemente legata al vuoto generato dal non riuscire ad apprezzare la possibilità di avere “tempo” per noi stessi; tempo a disposizione per non dover per forza “consumare” qualcosa che i nostri sensi trovano al di fuori, ma trasferire quella voglia verso l’interno; verso qualcosa che fuori non potremmo mai trovare. La mancanza è invece quel sentimento di assenza che in qualche modo riesce a riempirlo quel tempo, facendoci sentire cosa è realmente indispensabile alla nostra serenità.

In questi giorni di isolamento forzato, grazie alla tecnologia sto riuscendo almeno ad attenuare il senso di distacco dalle persone a cui tengo e che fanno parte del mio quotidiano. Poi però c’è il mare, forse l’elemento non umano più presente dentro la mia vita. Quel posto dove la tecnologia non esiste, dove esiste un’unica forma di connessione. Quel punto di ritrovo che in maniera naturale mi riporta a me; è un po’ il mio luogo. Ecco, sebbene questi giorni mi stiano facendo apprezzare la possibilità di poter dedicare molto più tempo a me e al luogo in cui vivo, in certi momenti quell’infinito mi genera mancanza…

Surf. Uno dei momenti più belli; i passi che accompagnano verso il mare.

Se adesso mi trovassi sulla mia tavola da surf, penserei…

Che siamo qualcosa di incredibilmente piccolo. Che il mare, visto dal mare, sembra immensamente più immenso. Penserei che non c’è nulla di più ricco del sentirsi immerso dentro le proprie scelte, e che la vera libertà sta nel saper cogliere e poi apprezzare ogni goccia di questo mondo. Penserei che ci sono persone che mi porto con me in ogni onda, e che più mi allontanerò dal mondo, più le sentirò vicine.

Se adesso mi trovassi sulla mia tavola da surf, sorriderei con la solita voglia di divertirmi sopra la mia giostra preferita. Se adesso mi trovassi sulla mia tavola da surf, penserei che non avrei mai immaginato di restare per così tanto tempo lontano dal mare e che forse neanche il mare avrebbe pensato di non avermi visto per così tanto tempo. Penserei che in questo momento non vorrei trovarmi da nessun altra parte; che sarei lì perché ho scelto di esserci, ma al tempo stesso ringrazierei tutti quelli che mi stanno accompagnando in questa continua scoperta, perché mi sentirei in quel posto, così, anche grazie a loro.

Se adesso mi trovassi sulla mia tavola da surf, ringrazierei i miei genitori per avermi dato la possibilità di poter vivere tutto questo; e poi una volta uscito, correrei a cenare da loro dopo un tramonto in acqua. Se adesso fossi sulla mia tavola da surf, penserei a tutto quello che il surf è riuscito a regalarmi in questi anni; a tutto quello che è riuscito a regalare ai miei occhi. A tutto quello che il mare, da sempre, mi ha regalato; anche prima che incontrassi le onde.

Penserei che affidarsi è una sensazione bellissima, e forse riusciamo a farlo se prima cerchiamo un po’ alla volta di affidarci a noi stessi e alle nostre scelte; e che nel momento stesso in cui scegliamo di inseguire la nostra essenza, tutto questo diventa molto più semplice di quello che poteva sembrare.

Se adesso mi trovassi sulla mia tavola da surf, penserei che laddove c’è la voglia di divertirsi senza secondi fini, non c’è noia; e che scegliere liberamente come e in che tempi vivere le nostre passioni, ha un valore che nessuna banconota potrà mai ripagarci.

Penserei ai rumori di quando sono là. Al silenzio delle onde che da lontano diventano sempre più formate, al silenzio di quando l’acqua mi sommerge. Al bello che tutto questo ogni volta riesce a farmi riprovare. Penserei a quanto sia semplice ritrovarsi, ma di come quel mondo, laggiù a volte lo rende un po’ più complicato. Penserei a quanto è bello questo surf; il surf di chi ha scelto di vivere le proprie passioni riempendole di leggerezza e di gesti liberi sopra quel mare che prende la forma della tua danza.

Se adesso mi trovassi sulla mia tavola da surf, penserei ancora una volta di quanto sia bello aver avuto l’opportunità di vivere tutto questo. Penserei che siamo il riflesso delle nostre abitudini e delle persone che ci siamo scelti; e provando a guardare un po’ più sotto, troverei due occhi che si mischiano dentro il colore del mare. Quegli occhi ormai un po’ rassegnati alla voglia di scoprire e riempirsi, e che ogni volta tornano a riscoprirsi sempre un po’ più pieni.

A volte con serenità e concretezza, ripenso a una cosa; forse un giorno mi capiterà di osservare il mare e non poter più surfare. Forse un po’ di anni fa avrei avuto un po’ paura di questa concretezza; adesso la accolgo tutta e la sento come una spinta assurda alla voglia di vivermi tutto quello che questo mare riesce a regalare. E così quando sarà, osservandolo, sarà ancora più bello ringraziarlo! Ancora una volta.

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LUCA DIODATO

Da sempre sono stato affascinato dal viaggio e dalla scoperta. Ho iniziato scoprendo e raccontando i posti della mia terra. Ho poi avuto la fortuna di iniziare a scoprire pezzi di mondo, entrando in contatto con quella che oggi ritengo la mia più grande scoperta: il "diverso". Il viaggio, la voglia di scoprire e il continuo contatto con il mare, mi hanno portato a conoscere e coltivare la mia passione per il surf. Oggi continuo a raccontare le mie avventure. A cercare onde. A scoprirmi.